#imieiprimipensieri - Due domandine sulla semplicità


Riduci la complessità della vita eliminando i bisogni inutili, 
e le fatiche della vita si ridurranno.
(E.W.Teale)

Qualche giorno fa, alla fine del post I 7 pilastri della ScritturaConsapevole – Semplicità (1), avevo riportato le due domande proposte da Julia Mc Cutchen nel suo libro. Rispondere con onestà, senza lasciarci fagocitare dal mentale, può aiutarci a prendere coscienza delle nostre reali esigenze: partendo da lì e tagliare tutti i rami secchi che “sporcano” sia la nostra vita quotidiana sia la nostra attività creativa.
Premettendo che d’ora in poi i miei articoli saranno un po’ più brevi (adesso si aggirano tutti intorno alle 1300 parole) per aiutarvi ad assimilare meglio i contenuti, ho deciso di essere la prima a rispondere.
Voi potrete fare lo stesso, o nei commenti o suoi vostri blog personali.
Per quel che mi riguarda, ho deciso di adottare lo stile de #imieiprimipensieri (nessuna rilettura e nessuna revisione) per impedire alla mente di viziare l’autenticità di ciò che dirò. Spesso infatti riflettere troppo non porta risposte più precise, ma alibi e giustificazioni. Questa però è una scelta personale. Ognuno agisca come meglio crede.

1 – Cosa allieta il mio cuore?
Riuscire a mantenere la coerenza tra il mio ideale di vita e la mia realtà quotidiana. Fare in modo che ogni giornata sia riempita dalla creatività e non dagli automatismi. Circondarmi di persone sintonizzate sulle mie stesse vibrazioni. A trentasei anni non ho più voglia di accettare compromessi, né di essere risucchiata da realtà che non rispettano i miei valori. Credo nella solidarietà e non nella competizione. Credo nella libertà individuale e non nel conformismo. Credo nella sospensione del giudizio, perché ogni persona ha alle spalle una storia che va compresa e accettata. Siamo troppo intelligenti per chinare il capo davanti a preconcetti che semplificano la percezione della realtà, ma bloccano la nostra crescita individuale e spirituali. Quelle pseudo-regole, abitudini culturali, che la società ci chiede di accettare per essere a nostra volta accettati, hanno smesso di appartenermi da tempo. Rispetto la persona a prescindere dal suo ruolo. E se devo incazzarmi con qualcuno non mi interessa se davanti a me c’è un dirigente o una donna delle pulizie: le persone sono tutte uguali e la stima degli altri va guadagnata con la gentilezza, la comprensione e la capacità di ascolto. Cerco di essere gentile, quindi. Di essere comprensiva. Di ascoltare gli altri. E la consapevolezza di riuscirci mi riempie di serenità, mi fa sentire al mio posto. Sì. Il mio posto. Quello dove il cuore si sente a casa. E quando il cuore si sente a casa è lieto. Quindi il mio cuore è lieto quando può perdersi tra le pagine di un libro. Quando si crogiola nell’affetto degli amici più cari. Quando ha davanti un piatto gustoso, un bicchiere di vino rosso, una birra artigianale. Quando si prende cura del corpo che lo custodisce. Quando ascolta buona musica. Quando si commuove davanti a un film. Quando si riempie di affetto per il marito, i genitori, la sorella, i fratellastri, lo zio, il cuginetto.  Quando fa yoga. Quando medita. Quando mette il cervello nel congelatore e si concentra solo sulle proprie percezioni. Quando scrive. Ecco. Il mio cuore è lieto soprattutto quando scrive. Perché per lui la scrittura non solo passione, ma missione.  

2 – Cosa allieta il mio cuore di scrittore?
L’ispirazione, soprattutto, perché mi regala gli scritti più intensi. Lei non è come la mente, che si preoccupa del giudizio altrui e si perde nei propri auto-inganni. No. L’ispirazione conosce la verità. Sa essere elegante anche con una tuta piena di patacche e un paio di ciabatte pelose, con la testa di un coniglio. Non ha bisogno di trucchi, di una capatina dal chirurgo estetico, di un salto dal parrucchiere. Si esprime al naturale e quindi è accolta a braccia aperte da chi sta dall’altra parte della pagina o dello schermo, perché gli esseri umani apprezzano quando qualcuno dice loro le cose come stanno, senza filtri. Lo apprezzano, anche se magari non sono d’accordo. E questo apprezzamento porta gentilezza alle loro risposte, rende il confronto costruttivo, mi fa capire che il mio intento è stato raggiunto, che sono riuscita a comunicare.
Ecco. Anche la capacità di comunicare tramite la scrittura allieta il mio cuore. Penso che la parola sia il dono più grande che la natura abbia fatto all’essere umano, quindi dev’essere usata con intelligenza e sentimento, trattata sempre con il massimo rispetto. La mia parola è al servizio della mia anima. Serve per veicolare messaggi. Non potrei mai adeguarmi a una scrittura priva di contenuto, perché altrimenti le storie che racconto e i post che scrivo sarebbero soltanto l’involucro del mio ego. Invece, io scrivo con il desiderio di lasciare una scia nell’anima del lettore. Non importa se si tratta di un pensiero, una riflessione, un sorriso, una lacrima o un semplice momento di svago: l’importante è che, dopo il nostro scambio di atomi, ci sia una trasformazione emotiva. Sono megalomane? Forse a qualcuno potrebbe sembrare. In realtà io prendo molto seriamente ciò che faccio. Ho una mentalità sociologica, una forte vocazione a trattare tematiche rilevanti per aumentare la consapevolezza delle persone e aiutarle ad aprire gli occhi e la mente sulla realtà che ci circonda, una realtà meno rosea di quella che vogliono farci credere. A qualcuno certi argomenti potrebbero interessare poco, ma io non ho intenzione di cambiare rotta, perché ciò significherebbe snaturarmi. Tratto dunque le tematiche che fanno vibrare la mia anima. Con sentimento. Con ironia. Con dolcezza quando serve e con durezza quando è necessario. E con onestà, soprattutto: senza onestà, sarei soltanto uno dei tanti cloni che affollano la rete e le librerie. Invece io, con la scrittura, voglio rivendicare il mio diritto di essere autentica. E, dopo tanta fatica, credo di esserci finalmente riuscita.

Il lancio della patata bollente.

Qualcuno ha voglia di unirsi alle danze?  

Commenti

  1. Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce. (Joseph Pulitzer)

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  2. Ciao Chiara, mi sembra un bel progetto, ma per rispondere alle domande dovrei pensarci seriamente! Vedrò di mettere in ordine i pensieri e ti farò sapere!

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    1. In realtà sarebbe meglio non pensare, e rispondere intuitivamente. Quando si tratta di scrittura espressiva la mente mette un freno, e il risultato è compromesso a livello di contenuti. :)

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    2. Ci provo, vediamo un po' cosa esce fuori dalla mia testa.
      Cosa allieta il mio cuore?
      La mia passione, la luce che ne deriva, l'amore per la scrittura e per la lettura.
      Un mondo che mi ha permesso di essere me stessa, di idealizzare la mia vita, di conquistare quella parte del mio cuore che altrimenti sarebbe arida come il deserto.
      Le parole per me hanno sempre avuto un grande impatto emotivo, ciò che leggevo mi insegnava a vivere di sogni, mi accompagnava in universi paralleli nei quali potevo essere chiunque.
      Con gli anni ho imparato a tirare fuori dalla mia testa tutti quei personaggi che inventano, loro mi hanno sempre seguita come un'ombra e alla fine grazie a loro sono riuscita ad esorcizzare le molte forme del mio carattere.
      Ho imparato a caratterizzare loro in modo da comprendere me stessa.
      I mondi che vedevo mi hanno portata in strade mai viste, paesi mai visitati.
      Ho studiato quello che potevo e le informazioni mi hanno reso ricca di cultura.
      Cosa allieta il mio cuore di scrittrice?
      La forza di volontà, la forza di credere nel mio sogno, perché è solo quando di smette di farlo, che esso muore.
      La tenacia che mi ha sempre tenuta per mano, è anche diventata il mio punto di forza e non mi arrenderò mai.
      Ci credo perché non potrei vivere altrimenti.
      Non scrivo perché ho qualcosa da dire, ma perché voglio dire qualcosa e pertanto non potrei immaginarmi altrimenti.
      Sarei allorché un fantasma in un mondo di vivi, uno spettro della mia personalità.
      Il mio dono mi appartiene e lo coltivo con amore tutti i giorni e so anche dove mi porterà, proprio in mezzo al mio sogno, con il cuore in pace e l'anima allegra.
      Non voglio diventare logorroica, mio grande difetto, quindi mi fermo qui.
      Cosa ne dici?

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    3. Non entro nel merito perché questi flussi di coscienza non nascono dalla ricerca di approvazione ma sono un esercizio per sciogliersi la mano. Se cerchi il primo post, sia della serie #imieiprimipensieri sia della serie sulla scrittura consapevole dovresti riuscire a chiarirti le idee. Comunque hai una buona scioltezza, e ami molto la scrittura. :)

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    4. Andrò sicuramente a guardare 😊 La scrittura mi ha reso chi sono e non potrei che esserne piu soddisfatta 😊😊

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  3. Per me è molto semplice, non ritenendomi uno scrittore. Cio' che mi allieta è cio' che mi fa stare bene: quindi è quello che faccio nella mia vita, perché ho cercato di modellare la mia vita in questo modo. Nel mio blog scrivo di tutto, perché appunto allieta il cuore del blogger cio' che allieta il mio cuore :)

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    1. Una curiosità: perché ribadisci quasi in ogni commento che non sei uno scrittore? :) non scrivi libri, ma scrivi. Forse dovrei chiamarti "scrivente", ma il senso non cambia. Poi questi esercizietti sono utili a prescindere. Nella seconda domanda al posto della scrittura potresti mettere qualunque attività.

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  4. Come non unirmi alle danze, con un invito espresso in modo così vero? Allora: allieta il mio cuore sentire che divento un essere umano migliore, esprimere la mia creatività e sentirmi in sintonia anziché in contrasto; allieta il mio cuore di scrittrice accorgermi che riesco a scaldare il cuore di chi mi legge, accogliere le storie senza cercare di afferrarle con gli artigli e sentirmi parte di una grande famiglia. :)

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  5. Cosa allieta il mio cuore? fare ogni giorno quelle piccole cose che mi fanno star bene, chiacchierare con il mio compagno dopo una giornata di lavoro, bevendo insieme un bicchiere di vino, uscire in una giornata di sole e assaporare il suo calore sulla pelle, seguire il flusso dei pensieri in un mattino di sabato e riuscire a scrivere una buona pagina, leggere un libro ed emozionarsi, vedere un film e piangere o ridere liberamente su una scena senza preoccuparsi di ciò che ti circonda...l'elenco potrebbe continuare, ma questa breve lista condensa l'idea delle piccole cose che amo e che mi fanno star bene.

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  6. Per il "cosa allieta il mio cuore" sono molto in sintonia con quanto scrivi.
    Per il "cosa allieta il mio cuore di scrittore", al momento avere il tempo di scrivere e/o vedere che pur nello scarso tempo a disposizione ho scritto qualcosa di leggibile.

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    1. Avere il tempo per scrivere sembra scontato, ma nel mondo occidentale, con una vita sempre più distante da ciò che siamo veramente, non lo è affatto.

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    2. A dire il vero la mia vita non è distante da ciò che sono, è solo molto piena e stancante...

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  7. Ho fatto il post, Chiara, perché sono legata ai miei primi pensieri, per cui ti ringrazio per averlo proposto di nuovo con un tema tanto bello.

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    1. Bello, Sandra. Appena riesco (sono in ufficio, ora) lo leggo con piacere. Grazie mille. :)

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  8. Il mio cuore si allieta nei modi più insoliti e ogni volta diversi. Se sorridono i miei figli, se riesco a respirare la pace nonostante il rumore che ho intorno e se mi arrivano buone notizie anche se non coinvolgono me. Allo stesso modo si rattrista essendo incapace di restare impermeabile a tutto questo.
    Il mio cuore di autrice è felice quando compone, come se fosse musica il suo pezzo da cantare. Quando lo sente vero uscire come intonato e ci sente in sottofondo tutto quello che sarebbe tentata di omettere.

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    1. Bello il paragone musicale. E comprendo molto bene la croce dell'ipersensibilità. Ormai mi sono rassegnata a non essere impermeabile. :)

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  9. Temo di non aver di che commentare, però ho letto tutto, come i post precedenti.

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  10. Allieta il mio cuore, la capacità di accettare di non essere sempre lieta, senza farne un cruccio, una specie di tabù: si è forti pure nelle fragilità, e di dolore molte volte non si muore, ma si vive più forte. Vedere l’errore, e non sentirmi errore io stessa, per intero: avere i mezzi per capire quando fermarmi e dove, per evitare di fare male e farmi male.
    Un bacio da portare sulla guancia di uno scelto, e da tenere lì, premuto a lungo. Una lettera, un libro da guardare, soppesare, annusare e leggere. Il mare, soprattutto quando è freddo e mi ci specchio; oppure quando è tardi, in estate, e arrivo quando tutti vanno via. L’incavo del collo di un bambino.
    I baci adulti, sul collo. Il ricordo di “quel” bacio, “quel” momento, e del modo in cui mi faceva sentire; non per l’amarezza del rimpianto, ma per sapere che si può ancora, tutto quanto; diversamente e anche meglio. Allieta il mio cuore, il piccolo inventario che mi capita di fare, quando penso a ciò che ero solo un anno fa, ossia: l’arte dell’incoraggiarsi, tra un momento di sconforto e una lenta risalita.
    Gli occhi ridenti di mia madre. Gli occhi di mia madre, più in generale. Il tessuto ruvido della mia valigia, sotto le dita. Un brano scelto da me, o da qualcuno per me. La Sicilia, coi suoi contorni netti, la vita che contiene, la generosità e quel suo lento mutare, pur restando identica. Le sue linee d’isola, quando le vado incontro; e il rumore del motore di un traghetto, che pure quello pare poesia, e non ci si crederebbe se non fosse proprio vero e vissuto. Gli odori, anche perché all’occorrenza sanno farsi mappa e ricordo.

    Allieta il mio cuore di scrittrice, la calma e il conforto che mi concedo quando uso le parole, ben lontana da certe manie di grandezza: mi nutro del piccolo, in questo caso, e ne offro a chi vorrà mettersi comodo. Le parole sono voglia e strumento, non conoscono gara né rivincita, sono buone per merito e per naturalezza.
    Perciò mi metto per intero in una sola pagina o in molte, ed è proprio quel tendere più o meno consapevole, a farmi contenta: mi si vedrà pure, tra le righe, e sarà un bene grande; per me più che per altri, forse.

    - Nicoletta Prestifilippo-

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    1. Non ho altro da aggiungere rispetto a quanto già scritto nel mio commento su Facebook. Le tue parole hanno un impatto immediato. Riscaldano il cuore, danno emozione. Se si riflette troppo, si perde la magia. Questo vale sia quando si scrive sia quando si legge. :)

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  11. Per quanto riguarda ciò che allieta il mio cuore, direi che più o meno sono in sintonia con la tua risposta. Per quanto riguarda invece il me-scrittore, ciò che mi rende più felice è andare a letto con la consapevolezza che quel giorno ho scritto quanto avrei voluto. Non sempre questo succede: o per mancanza di tempo, o per altri impegni, o semplicemente perché non ho la serenità necessaria. Quindi ciò che allieta il mio cuore di scrittore maggiormente è avere il tempo e la mente lucida nella maniera necessaria per poter scrivere quanto voglio.

    A volte questo è anche in contrasto con il me-non scrittore: dopotutto molto spesso sento più il bisogno di riposare che quello di lavorare. Ma alla fine cerco sempre di bilanciare i miei desideri in modo che ci sia un equilibrio. E credo anche di riuscirci abbastanza bene :) .

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    1. Per me la scrittura non è mai questione di quantità, ma di qualità. Sai che abbiamo un rapporto diverso con l'organizzazione. Quindi io non ragiono in termini di parole scritte, ma di scorrevolezza del pensiero. Sono lieta quando riesco a scrivere di getto e bene senza dovermi fermare, perché questo agevolerà a sua volta la revisione. :)

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  12. Quel che allieta il mio cuore... l'ho scritto sul quadernetto ieri, lo sto scrivendo sul blog per domani ;)

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    1. Il domani di ieri è oggi. Andrò a leggere, sperando di non finire di nuovo nello spam. :)

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  13. Mi allieta già il leggere questo commento perché vuol dire che c'è qualcuno che crede all'essere e non alle apparenze, al dar voce a una scrittura autentica e non dettata dal puro desiderio egocentrico di emergere.
    Spogliarsi di tanti inutili orpelli, di una vita frenetica priva di un vero senso e ascoltare il vero sé.
    Chiamiamolo cuore coscienza anima ma è il vero sé.

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